I percorsi della Riserva permettono di ammirarne la bellezza in ogni stagione, dalla magia dei colori autunnali alle fioriture primaverili ed estive, alle escursioni invernali sulla neve. La Riserva è sempre aperta e si può accedere liberamente, gli operatori del Centro visite potranno invece assistervi durante gli orari di apertura. Per visite guidate (almeno 10 persone) è necessario prenotare telefonicamente (0872/948123).

Percorso Escursionistico

TRACCIA GPX

SENTIERO NATURA

 

TRACCIA GPX

SENTIERO NATURA DEI GIGANTI ARBOREI

Questo percorso ha inizio dalla località di Fonte Volpona, nella omonima e piccola area di sosta attrezzata, e si sviluppa ad anello per circa un chilometro sul versante della sinistra idrografica del torrente Turcano. Si caratterizza per una facile fruibilità e forte valenza didattica permettendo, seppur in breve spazio di osservare le caratteristiche più interessanti e gli aspetti più suggestivi del bosco e la sua abbondante ricchezza di specie vegetali, soprattutto arboree. Qui il bosco esprime gli aspetti più primigeni con numerosi esemplari di abete bianco che superano il metro di diametro e i 40-50 metri di altezza, tra questi l’albero spontaneo più alto d’Italia, un abete di 54 m. Secondo alcuni studiosi è proprio in questi luoghi che, nei periodi glaciali, ha trovato un rifugio naturale ed è sopravvissuto per poi nuovamente ricolonizzare altri ambienti verso nord. Si possono ammirare anche numerose specie arboree tutte di inusuali dimensioni tra cui il carpino bianco, il frassino maggiore, specie che caratterizzano le formazioni vegetali di forra, diversi aceri (riccio, di monte, opalo, di Lobel), il tiglio nostrano, l’olmo montano e un’abbondante presenza di tasso e agrifoglio. Le recenti ricerche scientifiche hanno documentato una incredibile diversità vegetazionale con due nuove subassociazioni legate ai boschi con abete bianco e un elenco floristico di oltre 500 specie nei soli 200 ettari della Riserva. Lungo il sentiero natura sono presenti in quantità specie molto localizzate nel resto della regione, tra queste il baccaro comune, il pungitopo maggiore, l’iperico arbustivo, la rarissima orchidea Epipactis purpurata. La straordinaria ricchezza vegetazionale e l’aspetto maturo del bosco sono evidenziati anche dalle presenze faunistiche, dagli invertebrati (600 coleotteri e 350 macrolepidotteri censiti) a un’abbondante presenza di anfibi, come le numerose popolazioni di salamandrina dagli occhiali, ai diversi picidi e tra questi i rari picchio nero, picchio dorsobianco e picchio rosso mezzano, principali bioindicatori delle foreste vetuste e meglio conservate.

PERCORSO ESCURSIONISTICO DEL BOSCO

Il percorso inizia al centro abitato di Rosello, avendo la possibilità di fruire del centro visite e del museo della Riserva Naturale Regionale “Abetina di Rosello”. Si raggiunge la Pineta dove sono ubicate alcune strutture tra cui l’area pic nic, il campeggio comunale e le vecchie aree faunistiche in via di rimessa in funzione. Ci si addentra gradualmente nel bosco in località Cerreto, il toponimo evidenzia proprio una formazione a dominanza di cerro. In località Fonte Volpona, in prossimità della sorgente e del fontanile, che in passato hanno dato il nome all’intero bosco comunale e oggi riserva naturale, si notano i primi grandi abeti. A confine tra il Molise e l’Abruzzo, attraversato il torrente Turcano, si percorre un tratto del tratturo Ateleta-Biferno, antico percorso frequentato dai pastori probabilmente sin dall’epoca sannitica. Qui l’ambiente è caratterizzato da pascoli cespugliati ricchi di specie floristiche rare, tra cui alcune orchidee spontanee come Orchis ustulata, O. mascula, Hymantoglossum adriaticum e un’abbondante avifauna tipica di habitat aperti con specie poco diffuse come l’averla piccola, alcuni emberizidi (zigolo muciatto, zigolo nero e zigolo giallo), saltimpalo e il più raro stiaccino. Raggiungendo il crinale roccioso di Monte Castellano che rappresenta il punto più alto della Riserva, a un’altezza di 1179 m, è possibile scoprire alcune tracce dei resti delle mura megalitiche realizzate dalle popolazioni sannitiche per il controllo del territorio e dei tratturi in prossimità dei valichi. È proprio da questa vetta che si può ammirare uno dei panorami più straordinari riuscendo a spaziare in tutte le direzioni, dal crinale di Monte Campo e Monte San Nicola, tra Capracotta e Pescopennataro, con l’esteso bosco degli “Abeti Soprani”, ai rilievi dei Monti Pizzi e Secine, dove si localizzano le altre fortificazioni sannitiche, nonché verso le vette del Monte Greco e Marsicano nel Parco Nazionale d’Abruzzo. Ben visibile e più vicino il massiccio della Majella e la vallata del Sangro fino a scorgere il mare Adriatico. Ridiscendendo verso valle si notano i terrazzamenti, i cumuli originati dallo spietramento dei terreni, antichi viottoli, segni di una più intensa utilizzazione dell’area documentata fino alla metà del secolo scorso per la coltivazione di cereali e patate. Avvicinandosi nuovamente all’abitato è possibile ammirare il centro storico di Rosello, abbarbicato sul rilievo roccioso della Torre, nonché il caratteristico borgo delle antiche pagliare utilizzate per il ricovero del fieno e degli animali nei periodi invernali, quando, a seguito dell’eversione feudale e della messa a coltura del Tavoliere delle Puglie, non fu più possibile praticare la transumanza.

ROSELLO

Rosello è un grazioso borgo della provincia di Chieti nel comprensorio dell’Altro Sangro ai confini con il Molise, incastonato in un incantevole scenario naturale. Il paese risulta insediato dai monaci benedettini dell’abbazia di San Giovanni in Verde già nell’Alto medioevo ma solo nel XII secolo viene citato in un documento. In seguito fu feudo dei Caldora, dei Del Gesso, dei Bernardi, quindi i Caracciolo di Villa Santa Maria. Giulio Caracciolo, fratello del più celebre San Francesco Caracciolo, fece costruire la frazione di Giuliopoli. Tra i monumenti più importanti di Rosello da citare:

– la Chiesa di San Nicola, sorge in cima allo sperone roccioso cui si addossa il borgo più antico. Citata in un manoscritto del 1541, è in stile gesuitico, ma fu ricostruita dopo il terremoto del 1703.

– la Torre è una rocca dalla quale godere panorami suggestivi, arrivando a vedere anche il mare, è segno della storia, essendo stata centro di controllo dei tedeschi durante la II Guerra Mondiale. La Torre Vecchia è di fronte alla prima, ma è ancora più antica e facendo escursioni ben studiate si possono scorgere varie grotte presenti in zona.

– Il Palazzo Caracciolo-Fornari. Trattasi di un palazzo a corte suddiviso in due piani, che risale alla dominazione del paese della famiglia Caracciolo.

– S. Maria delle Grazie. Sorge isolata nella Contrada Le Macchie. L’ala di sinistra è più antica (primo XVIII secolo), l’ala destra risale agli anni sessanta. Nella parete di fondo si conserva la tela raffigurante la Madonna della Grazie, di attribuzione ignota, ma secondo alcuni riferibile alla scuola napoletana del XVII sec.

Tra gli altri monumenti d’interesse ricordiamo le antiche pagliare piene di fascino e di storia che, come si intuisce dalla denominazione, sono state utilizzate come fienili, ed in taluni casi ricoveri per animali. Nei pressi delle pagliare troviamo un antico abbeveratoio dalle grandi dimensioni, segno e conferma del fatto che, quando il paese si è espanso, esse sono divenute un centro pulsante per l’economia agraria rosellana ed in particolare per l’allevamento.

Infine la piazza che ospita sia il Comune che la fontana simbolo di Rosello, la Fontana ad asso di coppe del XIX secolo, fontana su tre livelli e costituita da tre tipi di pietra differente, con una forma ad ”asso di coppe”.

 

GIULIOPOLI

Giuliopoli, paese fondato ex novo nel secolo XVII dai Caracciolo e oggi frazione di Rosello. A Giuliopoli si può riflettere sull’impianto urbanistico di uno dei pochi esempi, in Abruzzo, di nuova città di fondazione voluta da Giulio Caracciolo quando nel 1639, successivamente all’acquisto del feudo di Pilo, ormai ridotto a ruderi già dal 1551, volle ripopolare l’area. I Caracciolo di Villa Santa Maria, oltre a dare dignità con piazze e fontane al nuovo borgo, introdussero, secondo quanto ricorda la tradizione, l’arte culinaria che diventerà poi famosa nei secoli successivi. Infatti in questi luoghi sono nati molti dei cuochi tra i più accreditati non solo in Italia ma nel mondo.

È possibile raggiungere Giuliopoli da Rosello attraverso un antico sentiero che dai piedi della Torre, guglia rocciosa del centro storico di Rosello, scende ripido all’interno di un folto bosco tra massi accatastati e ricoperti da un’incredibile quantità di muschi, licheni e diverse specie di felci che denotano un ambiente selvaggio e poco antropizzato. L’esposizione prevalentemente a settentrione facilita la diffusione di diversi esemplari di abete bianco, tiglio, tasso e agrifoglio. Più a valle, oltrepassata la stradina che conduce all’antico insediamento di Pilo, alcune radure e i muri di terrazzamento a secco denotano l’ampio utilizzo dei terreni per usi agricoli grazie anche alla presenza di numerose sorgenti tra le quali quella di Fonte Canala. È possibile, di tanto in tanto, individuare alcuni residui di antichi orti che una volta caratterizzavano l’area. I panorami, sempre suggestivi e inusuali, si aprono sulle valli e le colline boscate.